La deflagrazione del Coronavirus che come un fulmine si è abbattuto sulla vita di ciascuno di noi, modificando radicalmente abitudini, relazioni e stili di vita, ha avuto un forte impatto anche sulla sfera professionale. Basti pensare se non altro a tutte le manovre promosse del Governo per consentire ad aziende e liberi professionisti di sopravvivere a questo periodo di forte crisi, che auspichiamo tutti possa esaurirsi nel più breve tempo possibile.
Press Officer 2.0 e Giornalisti
Esploriamo insieme quali strategie ha adottato la figura professionale dell’addetto stampa per continuare a rappresentare le iniziative e le attività poste in essere dalle aziende partner.
Il primo punto su cui soffermarsi è certamente connesso al concetto di lockdown che, secondo alcune fonti autorevoli, dovrebbe essere esteso nel nostro Paese sino al 3 maggio.
Tradotta dall’inglese come “blocco totale”, si tratta di una forma di paralisi di uno Stato, di una Nazione o di un qualsiasi luogo esteso o circoscritto che viene istituita in momenti di profonda crisi o emergenza. Se da un lato questo strumento di contenimento ha chiaramente sortito degli effetti di rilievo sul lavoro quotidiano del giornalista – che vive più difficoltà nel muoversi e scovare le notizie – dall’altro la figura dell’addetto stampa non ne ha risentito in egual misura.
Il press officer, infatti, può lavorare da qualsiasi luogo purché sia munito di un mezzo di comunicazione efficace (smartphone, pc o tablet), nonché di una connessione internet stabile che gli consenta di instaurare relazioni.
Da qui sorge la domanda: quali sono allora le difficoltà che l’ufficio stampa ha incontrato?
Gli uffici stampa aziendali nel corso dell’anno affrontano spesso numerose difficoltà per divulgare le proprie news. Complessità che in un periodo storico come questo, dove il topic covid-19 è mainstream e catalizza su di sé tutte le attenzioni dei media, aumentano a dismisura. Per tutte quelle imprese che non producono – od offrono – beni e servizi che possano contribuire a fronteggiare il virus, diventa quindi indispensabile orientarsi verso attività di solidarietà che possano contestualmente offrire un supporto importante nella lotta al Coronavirus e consolidare una brand image positiva dell’azienda.
Ciò è stato fatto, ad esempio, dall’Università Niccolò Cusano che, nella persona del suo Presidente Stefano Bandecchi, ha effettuato diverse donazioni all’ospedale Spallanzani di Roma ed altre strutture affini situate a Terni e a Bergamo.
A che ora diffondere una notizia ai tempi del covid-19?
Una domanda molto interessante, che presuppone un ragionamento ex-ante sulle abitudini dei giornalisti in questa fase di crisi. È innegabile, infatti, come gli interventi serali a reti unificate del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e la conferenza stampa quotidiana (ore 18) del Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli siano gli appuntamenti più seguiti dai media e che in quelle fasce orarie non lasciano spazio ad alcun tipo di incursione da parte di notizie che esulino da quei contenuti.
Diventa imprescindibile quindi selezionare dei momenti della giornata in cui i giornalisti abbiano più tempo per leggere con attenzione i comunicati stampa e pubblicare i contenuti che meglio si inseriscono nel contesto storico-sociale che stiamo vivendo.
Stay in Touch with Lorenzo!